10 anni fa l’Italia, con Legge 3 marzo 2009 n. 18, ha ratificato e resa esecutiva la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Tra i diritti delle persone disabili quello alla mobilità autonoma, riportato nell’art.9 – Accessibilità.
Nell’art. 9, comma 1 si legge: “Al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita, gli Stati Parti devono prendere misure appropriate per assicurare alle persone con disabilità, su base di eguaglianza con gli altri, l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o offerti al pubblico, sia nelle aree urbane che nelle aree rurali. Queste misure, che includono l’identificazione e l’eliminazione di ostacoli e barriere all’accessibilità, si applicheranno, tra l’altro a:
a) edifici, strade, trasporti e altre attrezzature interne ed esterne agli edifici, compresi scuole, alloggi, strutture sanitarie e luoghi di lavoro;
b) servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi elettronici e quelli di emergenza”.
Per la mobilità autonoma serve una progettazione senza barriere
Benché i testi normativi, come anche in parte la coscienza sociale, abbiano ormai sancito la necessità che, nella progettazione di tutte le nuove strutture pubbliche e private e nell’organizzazione di tutti gli spazi urbani, siano tenute presenti le esigenze di “tutti”, ivi comprendendo ovviamente le diverse tipologie di persone con disabilità, il mondo accademico non ha ancora avvertito la necessità di inserire un’apposita disciplina curriculare nei piani di studio delle nostre Facoltà di Architettura e di Ingegneria, né di trattarne nei programmi di studio dei Geometri. Attualmente esistono in Italia soltanto alcuni corsi post lauream di specializzazione in “Progettazione senza barriere architettoniche” o di “Design for all”, ma non in tutti vengono seguite le indicazioni delle Associazioni specifiche di categoria, con la conseguenza di creare situazioni disomogenee che non possono considerarsi efficaci per le concrete esigenze dei disabili visivi e che, quindi, non ottemperano alla normativa vigente.
La progettazione dell’andamento delle piste tattili e del posizionamento dei segnali tattili, come pure delle altre caratteristiche dei luoghi, affinché essi risultino concretamente efficaci, richiede la conoscenza di alcune nozioni basilari sulle modalità di orientamento utilizzate dai disabili visivi e sui canali sensoriali vicarianti da loro sfruttati.
Le LINEE GUIDA LOGES-VET-EVOLUTION PER LA PROGETTAZIONE DEI SEGNALI E PERCORSI TATTILI NECESSARI AI DISABILI VISIVI PER IL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE PERCETTIVE, a cura dell’Istituto Nazionale Mobilità Autonoma di Ciechi ed Ipovedenti (I.N.M.A.C.I) forniscono le:
[…] indicazioni essenziali ed indispensabili affinché il sistema sia conforme alle necessità di non vedenti e ipovedenti; tuttavia, a garanzia della correttezza ed efficacia degli indicatori tattili, è sicuramente opportuno che i progetti siano portati a conoscenza degli esperti messi a disposizione dall’I.N.M.A.C.I., a tal fine dichiarati competenti dall’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti e dall’Associazione Disabili Visivi.Ciò in quanto le concrete situazioni ambientali possono essere le più svariate e richiedere soluzioni di ripiego non facilmente ipotizzabili in astratto. D’altra parte, data l’estrema specializzazione di questa materia, una tale opportunità potrà rassicurare il progettista sull’effettiva conformità del progetto ai bisogni degli utenti.
Si tenga infine presente che l’installazione di questi importanti ausili crea grosse aspettative negli interessati ed ha una notevole risonanza presso l’opinione pubblica; ma, proprio per questo, una realizzazione non corretta può risultare frustrante per i disabili visivi e avere ampia risonanza sì, ma di carattere negativo. […]
Differenza tra barriera fisica e barriera percettiva in riferimento allo spazio architettonico e urbano
Con il termine barriera architettonica si indicano, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, sia gli ostacoli di tipo fisico, come gradini, scalinate, servizi igienici troppo angusti, ecc., sia “la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi” (Art. 1.2 lettera c) del D.P.R. 503/1996). Si è sancito in questo comma l’obbligo di eliminare quelle specifiche barriere architettoniche che sono conosciute con il nome di “barriere percettive” o “localizzative”, definendone chiaramente il concetto.
Barriere architettoniche: le norme impongono la rimozione di ostacoli o la modificazione di situazioni negative esistenti in opere già eseguite o, per quelle nuove, la costruzione di opere che siano già in partenza prive di tali ostacoli o situazioni negative (rampe per superare dislivelli, ascensori, adeguata larghezza di passaggio dei bagni, ma anche una migliore organizzazione della pedonalità urbana, ecc.).
Barriere percettive: le norme impongono l’adozione di interventi specifici consistenti nell’aggiungere qualcosa al già costruito o nel costruire il nuovo inserendo nelle normali strutture alcuni accorgimenti a beneficio delle persone con disabilità visiva. Il riferimento è a segnali tattili sul piano di calpestio, mappe a rilievo, segnalatori acustici ai semafori, per i non vedenti.
Per gli ipovedenti si deve provvedere, oltre che ad assicurare un forte contrasto di luminanza (chiaro-scuro) fra i segnali tattili e l’intorno, a una illuminazione degli ambienti adeguata sia per intensità che per disposizione dei corpi illuminanti, ad una segnaletica accessibile per tipo e grandezza dei caratteri, per posizionamento e sufficiente illuminazione. A beneficio dei non udenti vanno previsti segnali di allarme visivi, telefoni speciali, ecc.
Sia con riferimento alle barriere fisiche che a quelle percettive, è ovvio che sarebbe economicamente conveniente, oltre che ad essere obbligatorio, che le nuove opere fossero progettate fin dall’inizio esenti da barriere. Anzi, si dovrebbe sempre evitare di concepire gli ausili ambientali per i disabili come un qualcosa di posticcio da aggiungere al normale progetto, ma progettare direttamente per una utenza allargata. In altre parole, è necessario che si diffonda e si affermi definitivamente il principio del “Design for all”, e cioè una progettazione che tenga conto già in partenza delle esigenze di tutti.
Pavimenti per la mobilità autonoma: il progetto dei percorsi tattili integrati LOGES-VET-EVOLUTION (LVE)
Il linguaggio tattile LOGES-VET-EVOLUTION è realizzato mediante l’inserimento nella pavimentazione dei marciapiedi o dell’interno degli edifici di speciali piastrelle, le cui differenti tipologie si avvertono facilmente sotto i piedi e con il bastone bianco.
Esse sono fabbricate in grés, in pietra ricostituita o in PVC; in quest’ultimo caso le piastre possono anche essere incollate su un pavimento già esistente e anche in esterno.
Il sistema di segnali e percorsi tattili integrati LOGES-VET-EVOLUTION (LVE) nasce dalla collaborazione tra l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti ONLUS e l’Associazione Disabili Visivi ONLUS e dalle rispettive esperienze in tema di ausili per la mobilità autonoma e sicura delle persone con disabilità visiva. Un aspetto particolarmente innovativo sta poi nell’attitudine di LVE a fornire, oltre alle indicazioni tattili, anche informazioni vocali mediante la predisposizione di TAG-RFG posti al di sotto delle piastre tattili.
La parte tattile consiste, come è noto, in superfici dotate di rilievi appositamente studiati per essere percepiti sotto i piedi, da installare sul piano di calpestio in colore contrastante con il resto della pavimentazione, per consentire a non vedenti ed ipovedenti “l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo”, così come prescritto dalla normativa vigente (D.P.R. 503/1996, D.M. 236/1989, D.P.R. 380/2001).
Queste superfici sono articolate in codici informativi di semplice comprensione, che consentono la realizzazione di percorsi-guida o piste tattili, e cioè di veri e propri itinerari guidati, come anche di semplici segnali tattili, e cioè delle indicazioni puntuali necessarie a far individuare un punto di interesse, come una fermata di autobus o un semaforo.
I sei codici, ritenuti necessari anche dalla Commissione Barriere Architettoniche presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono:
DIREZIONE RETTILINEA
costituito da una pista larga 60 centimetri, contenente dei canaletti separati da barre in rilievo. Ci si cammina sopra facendo in modo che i piedi siano paralleli alle barre stesse; ad ogni passo ci si può rendere conto se si sta procedendo in linea retta o se si sta deviando di lato e si può in tal modo seguire facilmente la pista tattile. Si raccomanda che il pavimento adiacente al percorso sia il più liscio e uniforme possibile, creando eventualmente due strisce di asfalto o altro materiale compatto per isolare la zona dei canaletti da quella recante delle sconnessure.
ARRESTO/PERICOLOcostituito da una striscia di piastrelle recanti delle cupolette che si avvertono molto bene sotto i piedi. Questo segnale viene posto lungo le banchine ferroviarie in corrispondenza della striscia gialla che segnala ai normovedenti la zona vicina al binario sulla quale non bisogna sostare quando arriva un treno; se è posta sul bordo di un marciapiede, indica che in quel punto non si deve attraversare la strada. La profondità di questo codice è di 40 cm quando delimita una zona che si percorre in senso parallelo al codice, mentre deve essere di 60 cm se deve sbarrare il passo di chi se la trova di fronte.
PERICOLO VALICABILE
INCROCIO
ATTENZIONE/SERVIZIO
SVOLTA OBBLIGATA a 90°
Il sistema tattile è già diffuso fin dal 1995 in decine di migliaia di luoghi in Italia e in altri Stati.
Ad esso sono state apportate alcune modifiche per renderlo meglio percepibile e più funzionale e anche per adeguarlo alle indicazioni contenute nelle norme a livello europeo.
È da sottolineare che LOGES-VET-EVOLUTION utilizza profili, rilievi, spessori, distanze, spaziature, specificamente studiati anche da non vedenti specializzati nel settore e che tutti i parametri sono stati sottoposti al vaglio di prove tecniche e pratiche e modificati all’occorrenza fino ad essere ottimizzati in relazione alle capacità percettive dei disabili della vista e alle specifiche modalità utilizzate dagli stessi per muoversi in autonomia.
LOGES-VET-EVOLUTION è stato progettato allo scopo di contribuire in maniera rilevante a favorire gli spostamenti autonomi e sicuri dei non vedenti e degli ipovedenti, come anche a facilitare gli anziani, la cui acuità visiva è di solito notevolmente ridotta. Proprio a beneficio di ipovedenti e mal vedenti, è previsto che gli elementi tattili siano anche contrastati cromaticamente o, a dir meglio, sotto l’aspetto del coefficiente di luminanza (contrasto chiaro-scuro non inferiore al 40%). […] […] LOGES-VET-EVOLUTION integra il dettato prestazionale delle norme che impongono il supera-mento delle barriere architettoniche di tipo percettivo e ne indica le modalità tecniche indispensabili per la loro concreta efficacia.
Nelle Linee Guida si è messo l’accento sul termine “piste tattili”, riferendolo rispetto a quello già molto conosciuto di “percorsi tattili”, perché quest’ultimo è impiegato, soprattutto nell’ambito di musei e mostre, per indicare percorsi museali con oggetti da toccare ed esplorare tattilmente e con spiegazioni in braille o vocali, prescindendo dall’esistenza di piste e altre indicazioni percepibili sul piano di calpestio. Comunque è bene ribadire che i termini “piste tattili” e “percorsi tattili” sono spesso utilizzati come sinonimi e che, in entrambi i casi, si tratta di segnalazioni poste sulla pavimentazione.
Scopo delle presenti Linee Guida è quello di fornire indicazioni sulle modalità più appropriate di impiego del sistema integrato LOGES-VET-EVOLUTION. Verranno chiariti i motivi pratici di alcune scelte progettuali, saranno descritti il significato e l’uso dei vari codici e verranno esemplificate le soluzioni da adottare in luoghi chiusi e aperti aventi differenti destinazioni d’uso. […]
Dove devono essere installate le piste e le mappe tattili?
Nei luoghi spaziosi, come un piazzale o un atrio di stazione o di aeroporto, vi sarà un vero percorso guidato che conduce ai diversi servizi presenti nel luogo (panchine, chioschi, bar, biglietteria, binari, ecc.). L’ubicazione dei vari servizi sarà indicata su una mappa tattile che riproduce il percorso seguito dalla pista, e recante indicazioni in braille e in caratteri normali a rilievo e leggibili anche da ipovedenti. La troverete all’ingresso della struttura, segnalata dal codice di attenzione/servizio.
Dei percorsi completi debbono essere presenti anche sulle banchine delle stazioni ferroviarie e della metropolitana, trattandosi di zone estremamente pericolose e spesso movimentate e affollate.
Invece sui marciapiedi di città, dove esistono le guide naturali (muri, pareti di palazzi, siepi, ecc.) non sono indispensabili delle piste continue, utili comunque per consentire di indicare la posizione degli esercizi pubblici anche mediante i messaggi vocali; in assenza di un “percorso tattile”, vi saranno soltanto dei “segnali tattili”. Basterà segnalare le fermate dei mezzi di trasporto, gli attraversamenti, i semafori e gli ingressi di locali particolarmente importanti (ufficio postale, ambulatorio, commissariato, uffici comunali, ecc.). […]
Qual è la normativa di riferimento in materia di mobilità autonoma?
L’esigenza di una completa autonomia dei disabili visivi nei loro spostamenti si va sempre più affermando ed è legislativamente riconosciuta dall’ordinamento giuridico italiano, sia direttamente, che attraverso la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, avvenuta con Legge 3 marzo 2009 n. 18, che al diritto alla mobilità autonoma e sicura dedica l’Art. 9.
Ciò sta entrando nella coscienza collettiva e nel comune sentire e, soprattutto, sta diventando parte del bagaglio di conoscenze per la progettazione a disposizione dei tecnici.
La difficoltà di soddisfare questa esigenza di autonomia è particolarmente sentita in alcuni luoghi:
nodi nevralgici per la mobilità, come stazioni ferroviarie e delle linee metropolitane, aeroporti;
percorsi cittadini particolarmente frequentati, soprattutto in prossimità di uffici pubblici o luoghi di pubblica utilità ed interesse generale.
Tuttavia, oltre ad interventi mirati e localizzati nelle situazioni sopra accennate, è sancito dalla legge che in tutti i lavori nuovi o di rifacimento di opere preesistenti, sia di natura pubblica che privata, siano eliminate, oltre alle barriere fisiche, anche quelle percettive (dette anche sensoriali) che impediscono l’autonomia dei minorati della vista.
Conseguentemente il discorso talora proposto di dare la precedenza nell’adeguamento a zone particolarmente frequentate dai non vedenti e degli ipovedenti o a richieste avanzate dalle singole persone con disabilità, è accettabile solo quando si tratti di utilizzare le risorse destinate all’eliminazione di barriere esistenti in opere eseguite prima dell’entrata in vigore della normativa sulle barriere percettive, e cioè il 1989 per l’edilizia pubblica residenziale (D.M. 236/1989), per le parti comuni degli edifici privati e per spazi ed edifici privati aperti al pubblico, ed il 1996 per spazi ed edifici pubblici (D.P.R. 503/1996).
Il criterio delle priorità può ancora essere accettato, anche se con molte riserve, per la messa a norma delle migliaia di situazioni in cui negli ultimi anni le norme sono state violate, ma non è più accettabile quando si tratti di nuove opere o di ristrutturazioni, le quali devono essere tutte, senza eccezioni, conformi alle leggi vigenti. […]
Destinatari delle Linee Guida sui segnali e percorsi tattili redatte da I.N.M.A.C.I.
Destinatari elettivi delle Linee Guida sono i Progettisti di Opere Edili pubbliche e private, di aree e spazi pubblici o privati aperti al pubblico, di marciapiedi e piazze, di parchi e zone a verde pubblico.
Ma, oltre che per i Progettisti, queste Linee Guida sono un utile strumento di valutazione per il Direttore dei Lavori, il Responsabile del Procedimento e il Collaudatore, soggetti tutti che la legge chiama a rispondere in caso di mancata eliminazione delle barriere architettoniche, e non soltanto di quelle fisiche, ma anche di quelle percettive, ossia della “mancanza di accorgimenti e segnalazioni che consentano a non vedenti ed ipovedenti l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo” (Art. 1.2.c. D.P.R. 503/1996 e Art. 2.A).c) D.M. 236/1989) […]